Salvo rari periodi giovanili (lezioni o partecipazione ad un complessino di musica leggera) io ho studiato e suonato da solo e per me stesso. Per questo ho trascurato la corretta scansione del tempo e soddisfare, innanzi tutto, il mio modo di sentire. Nel riandare ai primi vecchi manuali, ho visto gli appunti dell'insegnante, sempre uguali, che mi ricordavano che "la fretta è sorella del diavolo". Così, ho prestato più attenzione al tempo con cui suono e mi sono accorto che, appunto, è molto soggettivo.(Ad esempio mi sono accorto che nell'eseguire una scala formata da quartine di semicrome con lo stesso disegno, salenti ad una zona sempre più acuta e con alla base il segno del crescendo sonoro, mi viene spontaneo eseguire la scala con un tempo sempre più stretto o veloce). Ho ritenuto quindi opportuno usare il metronomo. All'inizio ho avuto qualche giorno di smarrimento ma poi tutto si è aggiustato ? Ora il metronomo fa tic toc, il piede ubbidiente gli va dietro e l'arco su e giù, su e giù sempre uguale. Vado a tempo!
Ma la scaletta di semicrome mi piaceva di più prima.
Gradirei un tuo parere sulla questione.(Anche se, vista la Tua risposta in merito alla giusta intonazione, credo di conoscerlo già).
Grazie per gli aiuti che mi dai . Ciao Rodolfo
PS. Adesso vado a suonare 100 volte di fila la tarantella napoletana e senza metronomo. Tanto, per la tarantella, il ritmo viene inevitabilmente spontaneo.
Ma la scaletta di semicrome mi piaceva di più prima.
Gradirei un tuo parere sulla questione.(Anche se, vista la Tua risposta in merito alla giusta intonazione, credo di conoscerlo già).
Grazie per gli aiuti che mi dai . Ciao Rodolfo
PS. Adesso vado a suonare 100 volte di fila la tarantella napoletana e senza metronomo. Tanto, per la tarantella, il ritmo viene inevitabilmente spontaneo.